Indispensabile solitudine
«La solitudine significa pensieri seri, densi di contenuto,
significa contemplazione, calma, saggezza».
Michail Afanas’evič Bulgàkov,
scrittore e drammaturgo russo,
considerato uno dei maggiori romanzieri del 1900.
(Kiev, 15 maggio 1891 – Mosca, 10 marzo 1940).
Mi sono soffermato ad osservare una piccola bambina, figlia di una coppia di carissimi amici, mentre giocava con la sua nuova bambola che le avevo donato poco prima.
Ho ammirato la sua intensa concentrazione e abilità nel maneggiare con estrema cura il suo prezioso giocattolo, la sorprendente capacità di scoprire funzioni e movimenti e la determinata destrezza nell’imitare persone adulte, inventando storie che le hanno permesso di sperimentare ruoli e percepire emozioni. Le sue gesta, mirabilmente eleganti e delicate, si sono svolte tutte con genuina spontaneità, semplicità e serietà, senz’alcuna preoccupazione e imbarazzo verso i suoi genitori e me che l’abbiamo guardata per tanto tempo.
Mi sono ritrovato al cospetto di una soave scena, manifestazione di rispetto e amore, proprio come quelle ritratte in alcune pregevoli opere d’arte raffiguranti bambine con bambole, realizzate dalla francese Berte Morisot1 e dallo statunitense William Merritt Chase2, impressionisti, e dal belga Léon Spillaert3, espressionista e simbolista, solo per citare qualche artista.
La trasecolante circostanza, della scorsa serata, era degna d’essere dipinta su tela, in tutto il suo naturale splendore, era «bellezza» che «salverà il mondo», come scrive il filosofo russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij4 nel romanzo L’idiota5, era «l’amor che move il sole e l’altre stelle»6, secondo il sommo poeta italiano Dante Alighieri7 nella Divina Commedia8.
Incantato e commosso da bellezza e amore della gioiosa fanciulla e, al tempo stesso, compiaciuto, ho provato ad avvicinarmi e, pian piano, intromettermi nel suo gioco e nella sua scena, notando dapprima una reazione indifferente, poi quasi un po’ infastidita.
La tenera bambina, a casa sua e protetta dai genitori, era assorta nelle sue sconfinate fantasie e amava stare sola con se stessa. Perderà quest’esigenza quando sarà cresciuta e, come tutti noi, avrà bisogno di compagnia, scambio di parole, impressioni e condivisioni, sentimenti che forniscono senso alla nostra vita. Inizieranno, da quel momento in poi, anche per lei sottrazione, quasi totale, di quiete e, per alcuni aspetti, di riservatezza.
Si ritroverà proprio come noi e, forse, insieme a noi, immersa in fragore e frenesia, condizioni di vita contemporanea che, quasi definitivamente, ci fanno smarrire il senso di stupore, riflessione, esplorazione e contemplazione psicologica, sociale e religiosa. Tali emozioni, che interagiscono con il nostro non ritrovarci soli, aumentano il tasso di mediocrità, infelicità, irascibilità e indifferenza.
Non estinguiamo, pertanto, ciò che di più prezioso e fragile risiede in noi: luce interiore di conoscenza, speranza e responsabilità per custodire il bene nel buio dei tempi, in quotidiana pausa di solitudine e serenità affinché stimoliamo eccellenti pensieri e compiamo nobili azioni. Il poeta italiano Arturo Graf9 annota che «Le grandi elevazioni dell’anima non sono possibili se non nella solitudine e nel silenzio» e lo scrittore tedesco Paul Thomas Mann10 segnala che «La solitudine dà alla luce l’originale che c’è in noi».
Ricordiamoci, infatti, che questo genere di solitudine, diverso dall’isolamento, è significativo per discernere scelte sostanziali, ma non per condurre la nostra vita. Qohelet, sapiente biblico, per quanto concerne la solitudine osserva: «Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno è aggredito, in due possono resistere: una corda a tre capi non si rompe tanto presto» (Qo 4,9–12).
Ruvo del Monte, 27 novembre 2025.
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1 Berthe Morisot, (Bourges, 14 gennaio 1841 – Parigi, 2 marzo 1895, è una pittrice impressionista francese, unica donna cofondatrice dello stesso movimento artistico.
2 William Merritt Chase, (Niveneh, 1 novembre 1849 – New York, 25 ottobre 1916), è un pittore impressionista e insegnante statunitense.
3 Léon Spillaert, (Ostenda, 28 luglio 1881 – Bruxelles, 23 novembre 1946), è un pittore espressionista e simbolista belga.
4 Fëdor Michajlovič Dostoevskij, (Mosca, 11 novembre 1821 – San Pietroburgo, 9 febbraio 1881), è uno scrittore e filosofo russo. È considerato, insieme a Lev Nikolàevič Tolstòj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russo di tutti i tempi.
5 L’idiota è un romanzo scritto da Fëdor Michajlovič Dostoevskij, tra il 1867 e il 1869. L’autore analizza i temi di natura umana, moralità e redenzione. È considerato uno dei romanzi più importanti della letteratura russa e mondiale.
6 Espressione tratta dalla Divina Commedia, in Paradiso, Canto XXXIII, verso 145.
7 Dante Alighieri, o Alghiero, battezzato con il nome Durante di Alighiero degli Alighieri, (Firenze, tra maggio e giugno 1265 – Ravenna, 14 settembre 1321), è un poeta, scrittore e politico italiano.
8 La Divina Commedia è un poema epico scritto da Dante Alighieri, tra il 1308 e il 1320, pubblicata postuma a Foligno nel 1472. È divisa in tre cantiche, Inferno, Purgatorio e Paradiso, nelle quali l’autore analizza i temi di morale, teologia, politica e amore. È considerata uno dei capolavori della letteratura italiana e mondiale.
9 Arturo Graf, (Atene, 19 gennaio 1848 – Torino, 31 maggio 1913), è un poeta, aforista e critico letterario italiano.
10 Paul Thomas Mann, (Lubecca, 6 giugno 1875 – Zurigo, 12 agosto 1955), è uno scrittore e saggista tedesco, premio Nobel per la letteratura nel 1929. È considerato uno dei maggiori autori del 1900.
Pubblicato giovedì 27 novembre 2025, alle ore 19:00.
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